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Julio Videla: 'I miei obiettivi: i gol, la salvezza e la laurea'


Parla il cannoniere argentino del Seregno che a suon di gol ha vinto le diffidenze iniziali. Adesso punta a guidare i suoi alla salvezza e, magari, al titolo di capocannoniere.

Scritto da - Pubblicato il 06/02/2006
All’inizio qualcuno lo guardava con diffidenza, ma oggi i numeri sono ampliamente dalla sua parte e ne fanno uno dei principali punti di forza della Semaflex Seregno Hockey.
Julio Cesar Videla Fernandez, infatti, ha messo a segno 27 reti in 17 partite, ed attualmente occupa il secondo posto nella classifica marcatori, alle spalle di Marco Di Vera della Fiorentina e al pari di Eduardo Vega del Sarzana e a Luigi Lezoche del Molfetta. Oltre che per numero, le marcature di Julio Videla brillano per continuità: nelle ultime tredici partite disputate, infatti, il venticinquenne argentino di San Juan ha messo a segno almeno una rete.
Una continuità che fa sognare il titolo di capocannoniere…
“Magari, è il sogno di tutti i giocatori, in particolare di tutti gli attaccanti come me!”, conferma Videla, in un italiano giù ottimo nonostante sia parlato solo da qualche mese.
Ma, ad inizio stagione, pensavi di poter segnare così tanto?
“Pensavo di essere in grado di segnare. Così tanto no, ma oggi sono l’attaccante principale di questa squadra, sento la responsabilità ed il compito di realizzare dei gol. Io faccio del mio meglio, anche se non sono ancora al massimo delle mie possibilità”.
Come mai, questo?
“Beh, vengo da due stagione in Germania. Lì, il livello dell’hockey è davvero basso. Ci si allena due volte alla settimana, poi c’è la partita. E’ troppo poco per mantenere un livello accettabile, inevitabilmente perdi la tecnica e l’abitudine al gioco”.
Ma come mai ti sei ritrovato in Germania?
“Ero andato a studiare ingegneria all’università: l’Iserlohn mi pagava la scuola e le spese…”
Dunque, una scelta di vita, non di sport… ma come è finita?
“Per me studiare in Germania era troppo difficile, ho scelto di tornare in Argentina e proseguire gli studi a casa mia. Poi, per problemi di riconoscimento degli esami, a settembre non ho potuto iscrivermi subito all’università. E cos셔
E così si è presentata l’occasione di venire a Seregno…
“E’ stata una buona occasione…”
Come lo fu quella con il Reus Deportivo?
“No, con il Reus c’è stato solo qualche contatto e niente di più: so che qualcuno ha pensato che io abbia giocato in Spagna, ma non è vero”.
Però giocare là ti piacerebbe?
“Se potessi scegliere, preferirei il Portogallo, dove l’hockey è più simile a quello argentino”.
E l’Italia?
“L’Italia mi piace, a Seregno sto bene, anche se ho poche occasioni per uscire ed incontrare gente. Quando ho lasciato la Germania, ho pensato che mi sarebbe piaciuto conoscere questo Paese ed imparare l’italiano”.
Pensi che il tuo futuro possa essere qui?
“In questo momento il mio futuro è finire questo campionato, tornare a casa e riprendere gli studi. Se ci sarà una buona proposta, la prenderò in considerazione. In fondo posso studiare in Italia ed andare a sostenere gli esami universitari in Argentina. Non è impossibile, con l’hockey siamo impegnati soltanto poche ore alla settimana”.
Questo il tuo programma, ma prima riusciamo a salvare questa Semaflex Seregno?
“Ma non ci sono dubbi. Ci salviamo senz’altro, anzi puntiamo a fare qualcosa di meglio in classifica”.
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