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Il Trissino di Rigo conferma lo "zoccolo duro" per la prossima stagione


La squadra di Dario Rigo avrà gli stessi punti di riferimento della passata stagione e punta a riconfermarsi ai massimi livelli dell'hockey italiano. Il capitano Bertinato: "La nostra stagione dipenderà dal rendimento dei giovani".

Scritto da Lorenzo Zarantonello - Pubblicato il 17/07/2015 - 10:07 - Ultima modifica 11/08/2015 - 11:34

Dario Rigo, nuovo coach al timone della squadra della sua cittadina, ha voluto la riconferma dello zoccolo duro delle ultime stagioni formato da giocatori tutti trissinesi. La vecchia guardia ha risposto presente ed ecco allora che vestiranno la maglia bluceleste anche nel prossimo campionato il capitano Carlo Bertinato, Eddy Randon, il neo cittadino italiano e trissinese ormai a tutti gli effetti Marc Pallares, il portiere Edi Nicoletti affiancato dal promettente Federico Lorenzato, tutti giocatori molto amati dalla piazza. Qualche difficoltà per Manuel Pasquale, il giocatore ha disputato un ottimo campionato ed è richiesto da altre società. Ma è fortemente voluto dal nuovo allenatore e dai compagni, e in società sono ottimisti per una soluzione positiva.
La sensazione è che il nuovo tecnico voglia puntare sui giocatori più legati alla maglia. Da loro si aspetta quella marcia in più che poi fa la differenza in pista.
Infine la rosa sarà “impreziosita” con giovani di valore, provenienti dal vivaio locale e non solo. La strategia è molto chiara: la conferma di uno zoccolo duro, integrato con dei giovani giocatori di categoria. In società si è pensato che sia la strada giusta per costruire una squadra competitiva, con costi contenuti.
Il palasport di Via Dante è aperto tutte le mattine in quanto le formazioni giovanili continuano ad allenarsi fino a fine luglio e lì abbiamo incontrato il capitano Carlo Bertinato.
Lei è stato uno degli artefici della scorsa stagione, quanto conta il talento e quanto il carattere per ottenere risultati così importanti?
“Penso che tutti i giocatori che militano in serie A1 abbiano del talento, che è certamente un dono, ma che può andare sprecato se non sfruttato. Il talento aiuta in modo significativo, ma da solo non basta. Una giusta mentalità, forti motivazioni e una grande forza di carattere danno una marcia in più e ti fanno arrivare dove con il solo talento non arriveresti mai. Il 27 giugno scorso abbiamo assistito alla finale per il titolo mondiale tra Spagna e Argentina. E’ innegabile che tutti gli atleti in pista possedevano un gran talento, ma che ha fatto pendere nettamente il risultato da una parte e che ha fatto la differenza è stato proprio il carattere”.
Nel campionato prossimo Lei avrà come allenatore un compagno di squadra, nella sua ormai lunga carriera quale è stato il miglior allenatore che ha avuto e cosa ha imparato da chi non Le piaceva?
“Non faccio nomi, tutti mi hanno dato qualcosa. Alcuni sono stati speciali per rapporti umani, oltre che tecnici, e questi non si dimenticano. Ogni allenatore è diverso con filosofie diverse. Il mio ruolo è sempre stato di giocare ala, un allenatore mi fa fatto giocare per una intera stagione in difesa. Subito non ho capito, ma nei campionati successivi questa esperienza mi è servita tantissimo. Penso che ogni giocatore debba avere il massimo rispetto e la massima fiducia di chi ha il difficile compito e la responsabilità di allenare”.
Oramai tutte le formazioni hanno completato il proprio organico, come pensa sarà il livello della prossima Serie A1 e quali sono i vostri obiettivi?
“Sono venuti in Italia giocatori importanti, anche recenti campioni del mondo, e un po’ tutte le squadre si sono rinforzate innalzando il livello del campionato. Per la vittoria finale vedo favorito ancora il Forte dei Marmi, seguito dal Viareggio che ha mantenuto lo stesso organico inserendo in avanti Jepi Selva e non è cosa da poco. Ma potranno dire la loro anche Bassano e soprattutto Matera, che hanno fatto una campagna acquisti veramente sostanziosa. Per noi sarebbe bello ripetere la stagione scorsa. Vedremo come si ambienteranno i nuovi, sono tutti giovani e dipenderà anche da noi saperli aiutare ad inserirsi nei meccanismi e nell’organizzazione del gioco. Ad ogni modo, com’è nella nostra natura, non molleremo mai”.
Con in squadra giocatori carismatici come Dario Rigo e Eddy Randon perchè a suo giudizio Lei è stato nominato Capitano?
“Secondo me sono stato scelto come capitano per l’energia e vitalità che metto in tutto quello che faccio e perché ho sempre sentito e sento tutt’ora forte l’appartenenza alla maglia. Dove il talento magari non può arrivare io cerco sempre di compensare con tanto spirito di sacrificio e tanto cuore.”

Parole chiave: Serie A1, Mercato, Trissino,
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