Il testa a testa col Valdagno conferma la forza della Geo&Tex, Giudice: ora Continental Cup

«Bellissima partita, giocata a viso aperto da tutte e due le formazioni», questa l'estrema sintesi del ... Giudice Massimo, il mister della Geo&Tex Hockey Bassano che ha ceduto le armi ai campioni d'Italia in carica del Recalac Valdagno solo a 29 secondi dalla fine subendo il gol del 4-5 finale dal fuoriclasse Carlos Nicolia su punizione di prima. Non cerca scuse l'allenatore dei giallorossi, che dal 10 dicembre riavrà finalmente in squadra di ritorno dall'Argentina anche Miguel Nicolas, un giocatore fondamentale per il sistema di Giudice.
Ma la sua analisi di una partita, che, sia pure persa al fotofinish, conferma la forza dei bassanesi, non può non tener conto di alcune situazioni: «I lanieri con una panchina più lunga hanno potuto ruotare 7 uomini noi solo 5 di cui 2 erano infortunati. Ambrosio non si allenava da circa 2 settimane per un infortunio alla mano destra e Zen era fermo da due giorni per una distorsione alla caviglia. Nonostante ciò è senza ancora Miguel Nicolas si è tenuto testa ad una corazzata che non nasconde ambizioni di triplete, campionato Coppa Italia e Champions League.».
Ma anche il plurititolato Hockey Bassano a giorni avrà una grande vetrina europea da detentore della Coppa Cers. E, quindi, la conclusione di Giudice è quasi uno spot per la partita di andata dell'11 dicembre prossimo al palasport amico di via Cà Dolfin per la finalissima della Coppa Continental Cup, la supercoppa tra i vincitori di Champions League e di Cers nel 2012: «Senza sottovalutare l'impegno di sabato prossimo con il Thiene, finalmente al PalaInfoplus, adesso ci dobbiamo concentrare tutti sulla Continental Cup dell'undici dicembre contro il Liceo La Coruna. È uno dei nostri obiettivi di questa stagione».
Nel frattempo da domani si torna in pista per «continuare a lavorare per migliorare specie sotto il profilo dell'intesa e dell'inserimento dei nuovi acquisti in attesa che la squadra sia completata e rafforzata dall'arrivo di Miguel».

Edoardo Pepe