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«Difendo l’Amatori da chi rema contro»


Marzella come Mourinho: «I miei giocatori sono dei guerrieri». L’allenatore giallorosso non ha gradito le critiche dopo le sconfitte di Viareggio e Lisbona.

Scritto da Il Cittadino di Lodi - Pubblicato il 24/02/2012 - 09:34

LODI
Dieci giorni di silenzio, un silenzio assordante interrotto solo per commentare pre e post partita con il Benfica. Un periodo coinciso con la primi mini-crisi della sua squadra, alla quale Pino Marzella ha assistito più da spettatore che da protagonista vista la squalifica di due giornate in campionato rimediata dopo Giovinazzo. Tre ko che hanno portato nel mondo Amatori i primi mugugni, le prime perplessità miste ad angosce ingiustificate, almeno in parte scacciate dalla vittoria di martedì sul Trissino che ha ridato i tre punti e il primato.
E dopo le sconfitte, le polemiche e i mugugni lo "Special one" dei giallorossi ha deciso di rompere il suo silenzio, di tornare a parlare da leader assoluto, mettendoci la faccia per difendere a spada tratta i suoi giocatori, quelli che lui stesso definisce "i miei guerrieri", preservando loro e il loro lavoro quotidiano da ogni tipo di critica e di insinuazione emersa dopo l'8-0 di Lisbona.
Il tecnico pugliese parte da lontano, ricordando a tutti il progetto fatto con la società quest'estate all'inizio della sua avventura lodigiana: «Quando sono arrivato abbiamo cominciato a lavorare a un progetto che per questa stagione aveva come obiettivo quello di raggiungere le due finali in Italia e di dare il massimo in Eurolega. Per l'anno prossimo invece l'obiettivo era e sarà vincere in Italia e arrivare alle finali in Europa. A detta di tutti quest'anno i favoriti erano altri, Viareggio e Valdagno, squadre con campioni che hanno già vinto tanto. Abbiamo raggiunto subito la finale di Coppa Italia e l'abbiamo vinta dopo 33 anni. Grazie ai miei guerrieri, che sono stati straordinari dal primo giorno, abbiamo vinto l'unico "titulo" finora disponibile e nessuno quest'anno in Italia ha fatto quello che abbiamo fatto noi. Tutto questo per ricordare da dove siamo partiti e dove siamo ancora oggi, dati che una sconfitta, seppur pesante come quella di Lisbona, non possono cancellare».
Marzella torna poi proprio sulla serata nefasta di Lisbona: «Dopo un buon primo tempo siamo crollati per un mix di fattori mentali e non che hanno generato un risultato così pesante. Non posso negare che siamo stati condizionati dai fatti di Giovinazzo e Viareggio, dove non siamo per niente stati tutelati, e anche dagli infortuni. Non abbiamo mai cercato alibi e divulgato notizie sui problemi fisici che abbiamo avuto e per questo ringrazio ancora una volta i ragazzi che hanno giocato e dato tutto anche se non stavano bene. I primi a essere dispiaciuti per Lisbona siamo noi, ma ancora una volta, nonostante i mugugni di quei pochi che a Lodi remano dall'altra parte, siamo ripartiti più forti di prima».
L'ultimo pensiero di Marzella è un monito deciso a tutto l'ambiente: «Questi ragazzi stanno dando l'anima per la maglia giallorossa, hanno una fame di vittorie incredibile e lavorano tantissimo ogni giorno per fare sempre di più. Io li difenderò sempre e li ringrazierò per la disponibilità massima che mi hanno dato. Il 99% della gente di Lodi è positiva, intelligente, ci segue e ci sta vicino ed è la nostra grande forza: dobbiamo tenere distanti i maligni e gli invidiosi che con le loro malelingue provano a remarci contro. Che ci lascino lavorare tranquilli come abbiamo fatto dall'inizio e non lo dico per me, ma per i ragazzi che non sono robot e possono risentirne. Lodi deve gioire per la coccarda che portiamo sul petto, l'unico trofeo è qui, a casa nostra, il resto sono solo chiacchiere».
Firmato Pino Marzella, lo "Special one".

Stefano Blanchetti

Parole chiave: Amatori Lodi, Serie A1, Pino Marzella, Intervista,
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