VALDAGNO
Il sogno del Cgc di ribaltare la sconfitta di misura incassata in casa nel match di andata e, conseguentemente, di portare nella bacheca di via Veneto la seconda Coppa Italia della sua storia dura pochi, pochissimi minuti. I quattro che intercorrono tra il vantaggio siglato da Alessandro Bertolucci su punizione diretta e il pareggio di Pedro Gil, ad esempio. E poi quelli iniziali del secondo tempo, con il risultato ancora in parità, dove i bianconeri sperano ancora nella rimonta, prima che i campioni d’Italia dilaghino fino al definitivo 5-1.
Non si può dire che la squadra di Massimo Mariotti non ci abbia provato, ma ancora una volta ha pagato la maggiore freschezza atletica del Valdagno. Se ci mettiamo pure il problema alla spalla di Mirko Bertolucci, che ne ha condizionato pesantemente l’impiego per tutta la durata del match, si capisce come le attenuanti per i bianconeri siano molte e da tutte da tenere in considerazione.
Il Valdagno parte meglio, sfiora due volte il vantaggio, ma viene punito a freddo da Alessandro Bertolucci, che al 9′ fa secco Gnata su una punizione di prima provocata da Nicolia (punito con un cartellino blu). Ma la gioia dei bianconeri dura ben poco: al 13′ Pedro Gil trova il pari con una conclusione in diagonale sulla quale Barozzi nulla può. Il Centro rischia di soccombere, ma viene salvato dal suo portiere, che nel finale di tempo respinge il rigore di Sergio Silva.
La ripresa, però, è da dimenticare. Soprattutto quel minuto di black-out totale, in cui Pedro Gil supera per due volte Barozzi – prima con una rasoiata sul primo palo, poi in contropiede – e porta il Valdagno sul 3-1. Il Cgc fatica ad invertire il trend della partita e gli uomini di Manzo riescono ad andare a segno in altre due circostanze ravvicinate: Nicolia lascia partire una sassata imprendibile che finisce sotto la traversa e Pedro Gil realizza il suo personale poker, trasformando il tiro libero susseguente al decimo fallo del Centro.
I rimpianti maggiori il Cgc li ha per la gara d’andata quando, avanti 4-2, si era fatto rimontare e superare dai veneti. Stavolta ha fatto quel che ha potuto, ma non è bastato. Ha vinto la squadra più forte. Ai bianconeri nemmeno la soddisfazione di prendersi gli applausi dei propri tifosi, assenti per il divieto di trasferta imposto dalla Questura di Vicenza.
E dall’illusione di vedere il Centro alzare la sua seconda Coppa Italia, si è passati ad una realtà ben diversa: quella della “prima volta” del Valdagno, che si prende l’unico trofeo nazionale che ancora mancava all’appello.
LE INTERVISTE DEL DOPO PARTITA
Giocarsi una Coppa Italia e perdere 5-1 nella sfida decisiva farebbe infuriare qualsiasi allenatore. Non Massimo Mariotti, coach del Cgc Viareggio, che spende buone parole per la sua squadra nonostante la debacle di Valdagno nella finale di ritorno. “Lode a tutti i giocatori, dal primo all’ultimo, per quello che hanno fatto”, dichiara il tecnico grossetano senza esitazioni.
“Eravamo in situazione di emergenza e per questo abbiamo provato a tenere il possesso della pallina fino allo scadere dei 40 secondi, per poi andare alla conclusione. Questa tattica ha funzionato per buona parte dell’incontro, fino a quando non si è scatenato Pedro Gil.”
Per Mariotti proprio il fuoriclasse portoghese è stato l’ago della bilancia: “Ha semplicemente fatto la differenza proprio quando dalla nostra parte ha iniziato a farsi sentire la fatica.
“Siamo sempre rimasti in partita, almeno fino al 3-1: dopo il vantaggio di Alessandro Bertolucci abbiamo avuto un’occasione per raddoppiare, ma anche dopo il pari di Gil avremmo potuto segnare la seconda rete.”
Gli mancava la Coppa Italia nella sua bacheca personale, così come in quella del Valdagno. E Pedro Gil, alla fine, ci è riuscito. Non solo: segnando ben quattro dei cinque gol di marca veneta è lui, senza il minimo rischio di venir smentiti, il protagonista del match di ritorno della finalissima di Coppa Italia. “Ci tenevo a vincere anche questa competizione dopo aver già vinto la Supercoppa”, commenta a caldo il campione lusitano. “In questo momento provo una gioia immensa, soprattutto per aver dato un notevole contributo con i miei gol.”
Il primo a sollevare il trofeo è stato colui che è l’uomo simbolo dei campioni d’Italia, ovvero Dario Rigo. “Tra le competizioni nazionali è l’unica che ancora non avevamo vinto”, ricorda il capitano biancazzurro. “Siamo felici di aver messo in bacheca anche questa.
“Non è stata una partita facile, il Cgc si è rivelato un avversario ostico. Credo, però, che abbiamo meritato questa vittoria: siamo stati superiori.” Complimenti alla formazione di Mariotti arrivano anche da Franco Vanzo, allenatore del Valdagno.
Riconoscere che più di così, per i mezzi a propria disposizione, non era possibile fare. I giocatori del Cgc, al termine della finale di Coppa Italia persa contro il Valdagno, mischiano la delusione ad un comprensibile senso di impotenza. Primo su tutti, il capitano, Alberto Orlandi: “Usciamo a testa altissima da questa sfida – dice – siamo andati in vantaggio e abbiamo pure sfiorato il raddoppio. Ci stavamo credendo, poi il secondo ed il terzo gol ci hanno tagliato le gambe”.
Per Davide Motaran la causa della disfatta del “PalaLido” è da ricondurre alle gambe, più che alla testa della squadra: “C’è stato equilibrio sino a metà del secondo tempo – spiega – poi siamo crollati fisicamente. Il problema alla spalla di Mirko (Bertolucci, ndr) ci ha penalizzato parecchio”.
Il portiere Leonardo Barozzi, invece, rivolge già le sue attenzioni al campionato: “Dobbiamo pensare alla sfida di sabato e provare a batterlo, perché vogliamo mantenere la testa della classifica. Dispiace, comunque perdere così, pur avendo di fronte un Valdagno molto forte”.
Roy Lepore