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Cascella, capitano per antonomasia di Seregno


Una sconfitta pesante e una prestazione non all’altezza del su valore: davvero non ha portato bene a Giacomo Cascella la fascia da capitano molto particolare indossata contro la Fiorentina. Una fascia particolare, con scritto sopra il numero 300, a ricordo delle trecento volte da capitano di quello che, attualmente, è il giocatore simbolo dell’hockey seregnese.

Scritto da - Pubblicato il 28/11/2005
Trecento presenze come capitano, un primato raggiunto nella gara contro il Molfetta.
“La fascia è un regalo di Giorgio Tomaino– racconta Cascella – è stato lui a dirmi del traguardo, personalmente non me ne ero accorto. Però è un traguardo che mi riempie di soddisfazione. Il ruolo di capitano un po’ me lo sento: mi permette rappresentare la città di Seregno, che nel mondo dell’hockey è una realtà non dappoco. E, penso, sia un ruolo che anche gli altri un po’ mi riconoscono: quando sono arrivato alla Semaflex, non ho ovviamente
chiesto i gradi: mi sono stati offerti e questo per me è molto bello”.
Sei arrivato qui, in una società nuova: come è stato l’impatto?
“Beh, venivo da un’estate tribolata: quando mi hanno detto che l’Hc Seregno chiudeva i battenti, non ci volevo credere. Superati i primi momenti di smarrimento, tuttavia, mi sono
sentito subito a mio agio. Del resto molti dirigenti li conoscevo bene, ed anche il pubblico non è cambiato molto: tra le due società c’è stato un avvicendamento più che una rivalità profonda”.
Un’avventura lunga trecento partite, la tua con la fascia di capitano, ma un’avventura cominciata come?
“Era l’anno dopo la finale di Coppa dei Campioni: il capitano era Tommy Colamaria, ho avuto i gradi in alcune gare in cui lui non ha giocato, almeno così mi pare di ricordare. Ma non avevo dato molta importanza alla cosa: ho cominciato a sentire la responsabilità dei gradi l’anno
successivo, con l’autoretrocessione in serie B”
E, per festeggiare il traguardo, hai pensato di regalarti “i botti” con Mendo a Thiene…
“Non nego di avergli dato la bastonata. Ma è stato un gesto istintivo, non cattivo: penso che l’espulsione diretta sia stata una sanzione troppo severa. Comunque, sono contento che, anche in mia assenza, la forza del gruppo abbia permesso alla squadra di conseguire dei buoni risultati. Sono contento soprattutto per i ragazzi più giovani, che si stanno inserendo bene”.
Gigi Dorelli ha detto: “sono contento di essere arrivato a giocare con Cascella, che è un “grande”…
“Rivedo me stesso, qualche anno fa, quando giocavo con Toto Cesana e con i fratelli Molteni e guardavo loro come i giocatori esperti: e loro mi davano molti consigli, cerco di fare altrettanto. E’ bello vedere che la mia esperienza può essere utile ai ragazzi”
Ragazzi che, carta di identità alla mano, hanno diciassette, diciotto anni meno di te …
“Certo, alla mia età cambia qualche prospettiva: le priorità della vita sono diverse. Ma finché mi sento attivo, utile alla squadra anche se non necessariamente titolare fisso, continuo…però all’inizio di ogni stagione, dico che potrebbe essere l’ultima!”
Quest’anno, la sensazione è che tu sia arrivato al raduno in forma più smagliante del solito…
“Da quando l’Hc Seregno era tornato in serie A1, ho cambiato stile: prima a maggio smettevo di fare attività fisica, adesso mi tengo in forma durante l’estate. Da allora ho perso dieci chili, e i risultati sono stati puntualmente ripagati. Riesco a tenere la pista con giocatori più giovani, più freschi sotto il profilo atletico: nell’hockey c’è molto da correre, se alla mia età non ti presenti tirato a lucido, rischi solo di fare brutte figure!
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