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Brenna: 'A volte cadere aiuta a rialzarsi'


Intervista con il portiere della squadra lombarda Christian Brenna. Dopo un inizio di stagione difficile, l'estremo blu arancio sta dando un valido contributo a costruire la salvezza della propria squadra: "Abbiamo fallito alcune occasioni e ci manca quella manciata di punti che oggi ci permetterebbe di lottare per i play off".

Scritto da - Pubblicato il 21/02/2006
A Giovinazzo ha conteso la palma di migliore in pista a Julio Videla, dimostrando di poter essere importante per questa squadra. Con il Pordenone non ha concesso nulla. Così, alla soglia dei trent’anni, lascia alle spalle le difficoltà di inizio stagione e guarda con realismo allo scorcio finale di questo torneo.
“Non dobbiamo farci troppe illusioni – commenta Christian Brenna – sarà quasi impossibile agganciare il treno promozione”.
Nella chiacchierata, l’ipotesi salvezza non emerge nemmeno come ipotesi. La dimensione di questa squadra non è la retrocessione, anzi…
“Purtroppo non siamo riusciti ad afferrare quelle occasioni che si sono presentate a portata di mano, ci mancano quei tre-quattro punti che oggi ci farebbero puntare più in alto”.
Qualche rammarico in particolare?
“In casa contro il Castiglione abbiamo fatto tutto per vincere: invece è finita che abbiamo perso 3-2”
E poi c’è stata la sconfitta 6-5 con il Forte dei Marmi…
“La mia peggior partita, senza dubbio. Sino a metà del secondo tempo non avevo fatto male, avevo anche parato un rigore. Poi è calata la nebbia. Può capitare di cadere, serve per trovare la forza di rialzarsi!”
Come è accaduto, per esempio, la settimana dopo a Montebello. Per te, ma anche per la squadra, è stata una stagione con alti e bassi…
“Molto è dipeso dalla preparazione precampionato. Siamo partiti tardi, non abbiamo lavorato bene. Abbiamo tentato di recuperare cammin facendo, ma se non accumuli fieno in cascina all’inizio, è difficile mantenere costante il rendimento lungo tutto il campionato. E poi, ad inizio stagione mi è mancata la presenza di un preparatore dei portieri”.
Possiamo dire che il tuo rendimento è migliorato con l’arrivo di Tappo Molteni (nella foto tra Gigi Dorelli e Christian Brenna)?
“Possiamo dire anche che ha portato tranquillità a tutta la squadra, e i risultati si sono visti”.
Eppure Livio Parasuco, l’allenatore di inizio stagione, è stato un ottimo portiere…
“Anch’io pensavo che ci seguisse con una preparazione specifica: invece ci allenava soltanto sotto il profilo della tattica”.
I tuoi rapporti con Parasuco, è noto, non sono stati idilliaci…
“Penso che non sia stato chiaro con me. Lui poteva e può avere le sue idee, solo che quelle sul mi conto avrei preferito che le avesse dette a me direttamente”.
La preparazione, i rapporti con Parasuco… solo questo alla radice delle difficoltà di inizio stagione?
“Tutto insieme. Questo, ma anche qualche altro disguido… comunque tutto è dietro le spalle”.
Che effetto ti ha fatto passare dalla dimensione Frogs a quella attuale della Semaflex Seregno?
“Un effetto strano: anni addietro avevo smesso di giocare a hockey, ho ripreso per entrare a far parte di un gruppo di amici. Adesso mi ritrovo a giocare per qualcosa di più grande sotto il profilo sportivo”.
E sei rimasto uno dei pochissimi ad aver compiuto l’intera parabola dalla fondazione dei Frogs ai giorni nostri… sotto il profilo sportivo, ti manca qualche ex compagno?
“Credo di non offendere nessuno se dico che un giocatore come Giro Lobasso avrebbe fatto comodo anche alla squadra attuale!”
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