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Breganze, che pasticcio: rischia di finire terzultimo


La decisione di ritirare la squadra di serie B nella partita di Villach costa l'esclusione alla squadra cadetta e probabilmente, la retrocessione della prima squadra al terzultimo posto.

Scritto da Redazione - Pubblicato il 26/01/2017 - 09:11 - Ultima modifica 03/02/2017 - 10:01

Foto Gabriele Baldi

Un gesto folle, il ritiro di una squadra durante una partita di serie B in contestazione all'operato dell'arbitro, costa caro alla squadra del Breganze e, con ogni probabilità, costerà carissima alla prima squadra rossonera che rischia di essere retrocessa al terzultimo posto al termine della stagione regolare e quindi di essere esclusa dai play off scudetto.
Sabato pomeriggio il Breganze di serie B era impegnato a Villach in una partita del girone B senza alcun significato per la classifica: gli austriaci, che partecipano da qualche anno al campionato italiano, sono ultimi in classifica e il Breganze è poco più su, completamente fuori da ogni possibilità di passare il turno. Il direttore di gara è il signor De Franco di Pordenone ed è lui a diventare l'oggetto della contestazione del dirigente rossonero Silvano Zanazzo, ma soprattutto dell'allenatore Giovanni Galliotto. Il tecnico del Breganze, dopo essere stato espulso definitivamente a seguito di protese, decide di ritirare la squadra, mandando tutti negli spogliatoi senza terminare la partita.
Un gesto antisportivo che innesca una serie di conseguenze gravissime, la prima delle quali è stata sancita ieri dal Giudice Sportivo: esclusione della squadra del Breganze dal campionato di serie B, conseguente ammenda di 1500 euro, otto giornate di squalifica a Galliotto per le ingiurie all'arbitro e il comportamento antisportivo, una a Zanazzo per comportamento antisportivo.
Questo, però, è solo l'antipasto. Ora il Breganze si ritrova nelle condizioni di non rispettare l'obbligo che le società di serie A1 si sono imposte: partecipare e portare a termine il campionato cadetto con una propria squadra, pena la retrocessione della squadra di serie A1 al terzultimo posto.
E' la stessa cosa accaduta lo scorso anno al Matera che avrebbe dovuto pagare con la retrocessione in serie A2, ma che venne salvato da una cavillosa sentenza della Corte di Appello Sportiva. La differenza sta nel fatto che, proprio in virtù di quella sentenza, le norme sono state modificate alleggerendo la penalizzazione (niente serie in A2, ma retrocessione al terzultimo posto e, di fatto, esclusione dai play off scudetto) e rendendo la sua applicazione difficilmente evitabile.
Nelle prossime ore è probabile che il Breganze tenti un ricorso contro l'esclusione della squadra di serie B. I vertici della società non sono stati avvisati della decisione presa autonomamente da Galliotto e Zanazzo e hanno prontamente esonerato il tecnico da ogni incarico. Se il ricorso non avrà successo, FIHP non potrà far altro che avviare presso la giustizia sportiva l'iter previsto dalle norme per l'attività che porteranno alla penalizzazione per la squadra di serie A1 del Breganze.
Questo caso riporta nuovamente alla ribalta il dibattito sull'opportunità o meno di obbligare le squadre di serie A1 ad avere anche una squadra di serie B e a legare strettamente a una il destino dell'altra. Dopo molti anni in cui la norma è stata quasi unanimemente condivisa, da tre stagione a questa parte FIHP ne propone l'eliminazione e i club di serie A1 puntualmente respingono la proposta. Il caso Matera lo scorso anno e quello del Breganze ora potrebbero davvero mettere la parola fine a questa norma che ha avuto il merito di tenere alto il numero di squadre in serie B in un momento difficile, ma che ora appare superata. Molti club della massima serie (ma anche di serie A2) hanno reso la squadra di serie B un elemento fondante della propria struttura e proseguirebbero comunque questo tipo di impostazione, ma in caso di "infortuni" come quelli di Matera e Breganze non vedrebbero compromessa la posizione della loro prima squadra.

Parole chiave: Serie A1, Breganze,
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