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Barcellona fa 21 e si porta a casa la Copa del Rey


Nello scorso week end anche la Spagna ha assegnato la sua coppa. La Copa del Rey si è giocata ad Alcobendas. Pronostico rispettato, ma se è vero che il Barça ha conquistato la “Copa” numero 21, per farlo ha dovuto sudare ben più di sette camicie.

Scritto da Paolo Virdi - Pubblicato il 02/03/2017 - 14:40 - Ultima modifica 05/03/2017 - 21:27

Quarti da brivido, con il golden gol di Platero ed un Vic in rimonta
Fin dal primo incontro dei quarti di finale si è capito che l’equilibrio avrebbe regnato sovrano. Nella prima sfida tra Vic e Vendrell la formazione di Pujalte si è trovata sotto 2-4 a 120” secondi dal termine. Con il rischio di un ennesimo ko dopo la batosta europea di Lodi, i Vigatans prima si aggrappavano ad una doppietta di Cristian Rodriguez, poi, alla roulette dei rigori, al giovane e promettente portiere Camps, che lanciava i biancorossi in semifinale.
Anche il secondo match regalava spettacolo, con i padroni di casa dell’Alcobendas capaci di imbrigliare il Reus di Enrico Mariotti fino al 6-6: decisivo il golden gol di Matias Platero.
Il giorno successivo il Liceo superava senza patemi la pratica Lloret (3-1), lasciando spazio all’argomento principale della kermesse: la sfida tra il Barcellona e il Voltregà del gioiellino Ignacio Alabart. Perché tanto clamore? Semplice, perché giusto un paio di settimane fa il figlio del mitico Quico, con una prestazione da urlo, fu giustiziare dei Blaugrana al Palau.
E Alabart il suo compito l’avrebbe anche assolto, segnando una doppietta, resa inutile dalla prestazione del Barcellona, vincitore per 6-3.

Vic e Reus danno spettacolo, il Liceo spaventa il Barça: si decide tutto ai rigori
Hockey champagne, equilibrio allo stato puro, tecnica, velocità e tanta adrenalina. Le semifinali di Copa hanno regalato spettacolo e solo i rigori (contestati…) ne hanno deciso le sorti.
Il Barcellona partiva favorito contro il Liceo, ma ha dovuto affidarsi alla miglior versione di Sergi Fernandez per conquistarsi la finale. Dopo un primo tempo chiuso 0-0 era Toni Perez, bomber troppo spesso dimenticato quando si citano i “grandi giocatori”, a sbloccare il risultato. I catalani però ribaltano il punteggio con coppia di ex di lusso, Matias Pascual e Pablito Alvarez su tiro diretto. Liceo matato? Nemmeno per sogno. I verdiblancos hanno continuato a macinare hockey, trovando il pareggio con Carballeira (toh, Carlos Gil se n’è inventato un altro…). Si va all’overtime, dove il “muro” catalano deve togliere un paio di palline scottanti, soprattutto un diagonale velenoso a 40” dalla fine. Al primo rigore della lotteria, l’ex Benfica Marc Coy segna: gli arbitri sostengono però di non aver ancora iniziato a contare e annullano. Apriti cielo. In Galizia s’inaugura l’ennesimo processo contro una classe arbitrale che spesso favorisce i blaugrana (intendiamoci, è una querelle vecchia secoli…), mentre il Barça conquista la finale.
Dall’altra parte il Reus batte il Vic affidandosi al 100% ai...tiri diretti. La formazione di Pujalte si porta sempre in vantaggio, ma viene sistematicamente raggiunta da Casanovas (su rigore, confermando le doti di specialista) e Marin, che trasforma due tiri diretti. Si va nuovamente ai “penaltis”, dove ancora una volta Pedro Henriques dimostra di essere un portiere di alto livello, mentre Alex Rodriguez e Casanovas spediscono il Reus in finale.

La finale, un clasico deciso dall’ultimo della dinastia Bargallò
La dinastia continua. Dopo Jordi Bargallò è giunta l’ora del fratello Pau, autentico trascinatore del Barcellona e giustiziere di un Reus bello e coraggioso, che si è inchinato al fratello minore di Jordi a soli 46 secondi dalla sirena finale.
Il grande Carles Gallén sulle colonne del MD recita “Las finales suelen ganarse por pequenos detalles”. E a deciderla è stato quel pizzico di classe messa in pista da Paueti Bargallò.
Enrico Mariotti nel dopo gara non può non essere amareggiato, innanzitutto per aver giocato alla pari con i blaugrana, poi per aver assaporato un overtime che forse avrebbe meritato. Sotto 0-2 a fine primo tempo, i rossoneri hanno reagito, impattando con Marin ed un chirurgico rigore di Casanovas. Di nuovo sotto nel punteggio, Marin rispolverava una veronica d’antan per battere Egurrola e firmare il 3-3 ad un minuto dal termine. A decidere la coppa il rigore di Bargallò, che spara sulla traversa, ma ne raccoglie la ribattuta e a 46” dalla sirena regala coppa numero 21 ai Blaugrana. Una rete che vale al minore dei Bargallò anche il premio di MVP.

La prensa catalana, un fiume sulla coppa
Lunedì e martedì le pagine dei principali quotidiani sportivi catalani hanno dato ampio spazio alla Copa del Rey numero 21 del Barcellona. Dichiarazioni pressoché univoche sul Reus di Mariotti (definito spettacolare, autore di una grande secondo tempo). Incisiva la delucidazione di Munoz su Pau Bargallò (è arrivato molto giovane, però era un giocatore già “fatto”. Eccellente). Semplice, come sempre, Egurrola, che in blugrana ha sollevato, udite udite, il trofeo numero 61 “è solo perché ho avuto la fortuna di giocare sempre nel Barca”. Una fortuna che El Pulpo si è ampiamente meritato.

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