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Amatori-Noia vale sempre per la storia


Sabato a Lodi arrivano i rossoneri catalani, storici ma leali avversari negli anni Ottanta. Tre precedenti: la semifinale di Coppa dei Campioni e due finali.

Scritto da Il Cittadino di Lodi - Pubblicato il 13/12/2012 - 19:33

LODI
Quando Amatori e Noia incrociano i bastoni sono sempre e solo occasioni importanti. Del resto come altro si potrebbero definire una semifinale di Coppa dei Campioni, una finale di Coppa Cers e una finale di Coppa delle Coppe? Sabato per il terzo turno di Eurolega andrà in scena la settima sfida tra le due formazioni e se da una parte i rossoneri catalani possono vantare quattro vittorie nei precedenti scontri, dall’altra i giallorossi mettono sul piatto della bilancia il passaggio del turno nella prima occasione e il trofeo alzato al cielo nel 1987, salvo poi cedere quello dell'anno dopo. Ma con la consolazione di essere diventati la quinta società in Europa a raggiungere tutte le finali delle tre competizioni continentali (dopo Giovinazzo, Sporting Lisbona, Voltregà e Novara). Tempi diversi, anni Ottanta. Tempi di un hockey sicuramente più gradevole e probabilmente anche più genuino di quello di oggi. E non solo perché gli scontri in pista finivano... in pista. Semplicemente. Non su Facebook come adesso. Il livello tecnico semplicemente eccelso (d’altra parte stiamo parlando di due club che in sei stagioni sono rimasti al top nel continente) era assicurato da fenomeni del calibro di “Pippo” Barsi, Giancarlo Fantozzi, Aldo Belli, “Fredi” Luz e Miguel Rocha da una parte e da Santi Carda, Toni Rovira, dal “Ratòn” Auladell e dal grande Joan Enrique Torner dall'altra. Altri tempi. Altra tecnica. Altra classe. E allora forse solo il seguito di pubblico è rimasto uguale, se è vero che l’“Ateneo Agricola” di Sant Sadurní d’Anoia era pieno sabato per il match con il Liceo La Coruña così come lo era a mille chilometri di distanza il “PalaCastellotti” per Amatori-Viareggio. Per il resto, meglio gli anni Ottanta.
1982: la prima voltaIl primo atto di Amatori-Noia (che in realtà anche in Catalogna ai tempi scrivevano Noya) va in scena nel 1982. L’Amatori ha vinto l’anno prima il suo primo (e purtroppo unico) scudetto e fa la voce grossa anche in Coppa dei Campioni, facendo fuori in scioltezza gli inglesi del Southsea al primo turno e gli olandesi del De Lichstad nei quarti. In semifinale ecco il Noia, prima spagnola sulla strada dei lodigiani dal loro debutto in Europa datato 1979. L’andata si gioca in Catalogna e i giallorossi rischiano grosso nel primo tempo (4-1) ma grazie alla doppietta di Fantozzi, alla rete di Barsi e alle parate di Ricci portano a casa una sconfitta di misura (4-3) che tutti definiscono rimediabile al ritorno. In realtà al “Revellino” nel primo tempo tremano le ginocchia perché dopo l'1-0 di Fantozzi il Noia ne infila tre in rapida successione, e buon per l'Amatori che “Fantomas” firmi il 2-3 che chiude la metà gara. Nella ripresa è un’altra storia: due volte Barsi, due volte Belli, ancora Fantozzi e ancora Belli. Finisce 8-4 e l’Amatori si qualifica per la finale di Coppa dei Campioni, che poi perderà contro il troppo più forte Barcellona.
1987: il trionfoAmatori-Noia atto secondo nel 1987. Stavolta c’è in palio la Coppa Cers in una finale a cui i giallorossi arrivano con un percorso netto, ancorché accidentato: doppia goleada ai francesi del Carhaix prima e del Gazinet poi, quindi la “pagliacciata” del Tordera che non rientra dagli spogliatoi del “Revellino” dopo l'intervallo di gara-1 della semifinale (sul 3-0) e il Cerh che annulla la gara (compreso il ritorno) e manda avanti a tavolino la squadra di Rinaldo Uggeri. La prima partita si gioca ancora all’“Ateneo Agricola”. I catalani spingono sorretti dal loro tifo, l'Amatori si piega (3-0 e poi 4-1 per i rossoneri) ma non si spezza, almeno fino a quando l’arbitro portoghese espelle Citterio al 17’ della ripresa sul risultato di 4-3 (reti giallorosse di Luz, Belli e dello stesso “Citt”): in quattro contro cinque Saccò e compagni incassano tre gol in due minuti, ma nel finale Rocha e Luz segnano le reti della speranza. Finisce 7-5 e anche in questo caso per il retour match c’è grande fiducia. Nella squadra ma soprattutto nella tifoseria. Che in un “Revellino” esaurito già due ore prima del via allestisce una coreografia da pelle d’oca. Il match è intenso, come merita una finale. L’Amatori è sempre avanti (Belli, Auladell, ancora Belli, poi doppietta di Rocha per il 4-1 dell'intervallo), ma il Noia è squadra di carattere e nonostante il 5-1 di Citterio rientra di prepotenza in partita segnando con Carda e Rovira. Ci vuole una perla di Aldo Belli a meno di 3 minuti dalla sirena per firmare il 6-3, evitare i supplementari e regalare alla Lodi sportiva il suo primo alloro internazionale. È il 27 giugno 1987.
1988: l'amiciziaIl terzo atto va in scena l’anno dopo in Coppa delle Coppe, cui l’Amatori è iscritto in qualità di vice-campione della Coppa Italia dopo la sconfitta dell’anno prima in finale con il Novara (che ha vinto anche lo scudetto e va a fare la Coppa dei Campioni). La seconda competizione continentale in realtà è meno prestigiosa (non a caso dura fino al 1996, poi sparisce) e i giallorossi sono addirittura esentati dal primo turno ed entrano in scena in semifinale: tutto facile con i tedeschi del Gladbacher Roll, sconfitti 4-1 in Germania e 7-3 a Lodi. E per la terza volta ecco il Noia, ancora con l'andata in Spagna. L’Amatori sul mercato ha perso Luz e Citterio e non è più lo squadrone dell’anno precedente, tanto che per la prima volta fallisce addirittura la qualificazione ai play off in campionato. Ma a Sant Sadurnì d’Anoia regge alla grande un tempo, andando al riposo sotto di un solo gol (vantaggio siglato da Belli, autore poi anche del 3-2). Ma nella ripresa la differenza viene fuori e la squadra di Ciscu Prats (una leggenda) dilaga trascinata dalla sagacia tattica di Torner e anche dalla banda del paese, accorsa al palazzetto a dare manforte con una cagnara da “nervoso”. Finisce 11-5 (altro gol di Aldinho, poi Massimo Nava e Ferrari) e stavolta c’è nell’aria il sapore della sconfitta. Al palazzetto al ritorno c’è anche Riccardo Ferri, stopper della Nazionale di calcio appena rientrato degli Europei in Germania, a sperare dopo la doppietta iniziale del solito Belli. Ma la squadra di Severgnini non ne ha e il Noia, sostenuto da almeno 300 sostenitori che occupano metà della tribuna lato piscina, vince anche a Lodi per 8-4 e alza al cielo la sua prima Coppa delle Coppe. L’invasione di pista dei tifosi catalani è accompagnata da quella dei lodigiani, che celebrano insieme il successo del Noia per uno degli episodi più straordinari della storia sportiva lodigiana. Altro hockey. Altri tempi. Chi li ha vissuti li ha ancora negli occhi. Chi non c’era purtroppo si deve accontentare dell’indegna gazzarra con cui è finita pochi giorni fa Amatori-Viareggio e delle sue polemiche infinite. Per fortuna sabato è ancora tempo di Amatori-Noia.

Marco Opizzi

Parole chiave: Coppe Europee, Eurolega, Lodi, Noia,
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