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«Amatori attento, il Porto è la storia»


Il 25enne portoghese domani ritroverà da avversario il club nel quale ha giocato 16 stagioni. Joao Pinto è nato e cresciuto nei “dragoes”: «È la mia squadra».

Scritto da Il Cittadino di Lodi - Pubblicato il 10/11/2012 - 13:31

LODI
Sedici anni di Porto non si dimenticano. Soprattutto per un ragazzo che di anni ne ha appena venticinque: significa aver trascorso due terzi della propria vita, sportiva e non, in uno dei club più prestigiosi al mondo. Ecco perché la sfida di domani sera tra Amatori e Porto, prima suggestiva giornata del girone preliminare di Eurolega, per il portoghese Joao Pinto avrà un sapore speciale. Ritrovarsi di fronte quella maglia biancoblu che ha vestito sin da quando era bambino non lo lascerà indifferente, come un certo effetto gli farà ritrovare tanti vecchi amici con cui a Oporto ha condiviso tantissime partite e ricordi. Lui che in uno dei due club storici del Portogallo ha cominciato a giocare e dove ha fatto tutta la trafila delle giovanili fino ad approdare in prima squadra, vincendo anche titoli nazionali Juniores e imparando parecchio dai tanti campioni transitati nel club biancoblu.
Chi dunque meglio di Pinto può parlare dei “dragoes”, dei loro segreti e della loro mentalità, a poche ore dallo sbarco in riva all'Adda dello squadrone lusitano: «Il Porto è la mia squadra - racconta il 25enne nuovo attaccante dell’Amatori -, è il club caratteristico del Portogallo, una società straordinaria che ha sempre vinto e ha sempre avuto tra le sue fila grandissimi campioni. In una parola il Porto è la storia».
Quando parla del club biancoblu a Pinto si illuminano gli occhi, si capisce che quello tra lui e i "dragoes" è un legame forte, molto più di una semplice ex squadra: «Sono stato sedici anni a Oporto, quasi tutti i giocatori che ci sono ora in prima squadra hanno giocato con me quando eravamo ragazzini. Con loro ho vinto scudetti e altri trofei giovanili e sono arrivato fino alla serie A: quello che sono oggi, come giocatore e soprattutto come mentalità, lo devo alla scuola del Porto - prosegue Pinto -. Non è una società come tutte le altre, è una delle poche al mondo che forma e costruisce atleti in tutti gli sport. Quando giochi nel Porto conta solo una cosa, vincere. A Oporto si vive e si fa sport in un ambiente unico, dove tutto viene fatto in maniera professionistica dai bambini fino alla prima squadra e questo è uno dei segreti dei loro tanti successi. Da sempre il Porto è una squadra che all'anno perde tre o quattro partite al massimo e qualche trofeo lo porta sempre a casa: è una squadra davvero impressionante, come ce ne sono pochissime al mondo».
Pinto entra poi nel dettaglio di quella che sarà la squadra che l'Amatori dovrà fronteggiare domani sera al “PalaCastellotti” nel suo debutto europeo stagionale: «È inutile dire che è una formazione fortissima perché basta leggere i nomi dei giocatori per capirlo. Una squadra molto omogenea in cui tutti i dieci possono giocare titolari senza che cali la qualità o il ritmo del quintetto. Ha un portiere formidabile come Edo Bosch e un leader assoluto come Reinaldo Ventura che sa trascinare i compagni e trasmettere loro la sua grande mentalità vincente e il suo carisma - conclude l'attaccante giallorosso -. C'è Pedro Moreira, che ha giocato con me, impressionante per forza fisica; Vitor Hugo, che conosco benissimo, e poi Nunes, un giovane di grande talento, o Barreiros che ha vinto l'ultima Eurolega con il Liceo La Coruña ed è un grande goleador. I miei connazionali tengono sempre il ritmo molto alto e giocano allo stesso modo in casa come in trasferta: credo che sia una squadra che rispecchi molto le idee del suo allenatore, Tò Neves, che in tal senso è un maestro. Il Porto è il Porto e per batterlo non devi sbagliare niente: noi ci proveremo, di sicuro comunque sarà davvero una grande sfida».

Stefano Blanchetti

Parole chiave: Coppe Europee, Eurolega, Lodi, Porto,
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