LODI
Amatori nel caos. La vigilia della trasferta di Thiene è scossa da un polverone tanto inatteso quanto roboante, una sorta di tutti contro tutti, o almeno squadra e allenatore contro una parte di pubblico e volendo anche di società, che non aiuta certo l'ambiente a rimanere tranquillo alla vigilia di un periodo di gare importanti (fra due settimane ci saranno Noia e Bassano).
La miccia, che pareva essersi spenta ma a giudicare dagli ultimi eventi è quantomai accesa e incandescente, è legata agli episodi avvenuti sabato scorso al “PalaCastellotti”, quando una piccolissima parte di rettilineo ha inveito contro Tataranni, il quale ha risposto agli insulti difeso poi apertamente a fine gara da mister Marzella. Sembrava tutto finito e invece a distanza di quasi una settimana ecco riesplodere il caso. Al termine dell'allenamento di giovedì la società lodigiana ha comunicato allo spogliatoio che nel prossimo consiglio direttivo verrà discussa la possibilità di prendere provvedimenti nei confronti dei due tesserati coinvolti nella vicenda, una comunicazione che ha scatenato le ire del tecnico pugliese che si aspettava ben altro trattamento da parte della società.
Ieri il seguito, con allenatore e squadra che hanno fatto quadrato prendendo posizione con un comunicato divulgato dal capitano Matias Platero: "Il gruppo di lavoro dell'Amatori Lodi, compatto nel giocare e soffrire per due colori nonostante le grosse difficoltà avute dall'inizio dell'anno, contesta il comportamento avuto da una minoranza del pubblico nell'apostrofare come "terrone" un giocatore del Lodi. Noi gruppo di lavoro accetteremo qualsiasi tipo di critica sotto l'aspetto tecnico-tattico, ma non saranno più tollerate forme di violenza razzista". Firmato squadra e allenatore.
Quasi un “caso Boateng” a scoppio ritardato. Una presa di posizione forte e chiara da parte dello spogliatoio che la società del presidente D’Attansio, colta un po' di sorpresa, ha commentato così: «La società è assolutamente dalla parte dei suoi tesserati che hanno la nostra più totale comprensione e solidarietà - spiega il direttore sportivo Gabriele Rachelini -. Il pubblico, che paga il biglietto e assiste a uno spettacolo, ha tutto il diritto di esprimere il proprio apprezzamento o nel caso dissenso se il tutto resta nei limiti dell'educazione e rispetto. Come fatto in passato dalla curva, si accettano i fischi o il silenzio, ma quando si degenera nell'insulto personale grave non va più bene. Ed è capibile che un giocatore, in trans agonistica e dopo aver dato tutto in pista, possa rispondere come ha fatto Tataranni. La società sta con i giocatori e l'allenatore e non tollererà più certi atteggiamenti, prendendo i provvedimenti opportuni».
La sensazione però è che il tutto nasca dalle tensioni interne che hanno fatto seguito ai fatti di giovedì sera: «Quello che è stato comunicato alla squadra è semplicemente una notifica del fatto che nei prossimi giorni la società valuterà la situazione e gli eventuali provvedimenti da prendere - chiarisce Rachelini -. Questo perché il nostro codice etico prevede che i nostri tesserati non debbano trascendere in gesti di qualsiasi tipo nei confronti del pubblico e come società dobbiamo dare un segnale. Ciò non significa che ci saranno delle multe, come oggi non si può escludere il contrario. Ma la posizione della società rimane di totale appoggio e solidarietà alla squadra».
Parole che provano a gettare acqua sul fuoco di un ambiente che però somiglia sempre più a una polveriera.
Stefano Blanchetti