SANT SADURNI' D'ANOIA
Un ciclone di imprevisti, uno sport a tratti davvero grottesco e un ricorso pendente. L’Amatori torna da Sant Sadurnì d'Anoia con un bel fardello sul groppone: 5-3, ovvero una sconfitta con due gol di scarto che complica forse irrimediabilmente la qualificazione ai quarti di Eurolega. Il Noia aveva bisogno proprio di quei due gol per superare i lodigiani in quanto a differenza reti negli scontri diretti (il primo parametro in caso di arrivo a pari punti a fine girone), e così è stato. Ora Pino Marzella e i suoi ragazzi si devono aggrappare al filo della speranza, che in soldoni significa fare 6 punti nelle restanti gare contro Porto a Oporto e Saint Omer a Lodi e sperare che il Noia non faccia altrettanto (i catalani hanno le stesse identiche partite ancora da giocare, ma in Francia e in casa con i “dragoes”).
Impossibile però non ripercorrere quanto successo verso le 18 di sabato all'arrivo all'“Ateneu Agrìcola”, con tutto l'entourage italiano ancora ignaro di quanto poi sarebbe successo. In breve: all'arrivo dell'Amatori al palazzetto si è scoperto ufficialmente che i due arbitri portoghesi Carpelho e Romao non sono riusciti a decollare dall'aeroporto di Lisbona causa maltempo e non sarebbero arrivati in Spagna. In fretta e furia la federazione spagnola ha mandato a Sant Sadurnì l'unico arbitro internazionale a disposizione, ovvero il catalano Joseph Gomez. Via le discussioni fra società, con l'Amatori che ovviamente non poteva vedere di buon occhio la cosa temendo un arbitraggio casalingo: accese discussioni fra Marzella e un dirigente locale, poi il presidente lodigiano Fulvio D'Attanasio ha preso in mano la situazione trattando con il vicepresidente del Cerh Luis Ferrer: «Ci siamo consultati subito con la Lega Hockey italiana - le parole del patron giallorosso - e l'unica soluzione era giocare a quelle condizioni, altrimenti avremmo perso 3-0».
A un certo punto è emersa una postilla quantomeno curiosa: «Il regolamento prevede che in caso di totale assenza di arbitri dirigano i due allenatori, un tempo ciascuno. Regolamenti strani e poco attuali, adeguati però solo due anni fa».
La questione ricorso invece ha la sembianza di un "pro forma": «Abbiamo presentato reclamo prima della partita - continua D'Attanasio -. Non abbiamo ancora deciso se portarlo avanti o meno, era una forma di tutela per qualsiasi cosa fosse successa. Due le argomentazioni: la presenza di un arbitro non ufficialmente incaricato dal Cerh ma dalla Lega spagnola senza che nessuno ci avvisasse e poi addirittura la mancanza del terzo arbitro. Mi aspettavo di più dalla federazione spagnola, che ha lasciato Gomez solo in una situazione delicata. Fortunatamente poi non si sono verificati episodi gravissimi, ma il rischio era dietro l'angolo».
L'equazione "mancanza degli arbitri uguale sconfitta dell'Amatori" però non regge appieno, visto che qualche errore i giallorossi l'hanno anche commesso. «Forse il nostro sbaglio è stato quello di non aver isolato completamente la squadra dal caos, ma è stata una situazione davvero improvvisa, del tutto eccezionale».
Con un ricorso pendente dal quale poco ci si aspetta, ora è tempo di tentare l'impresa a Oporto il 16 febbraio. Sperando che gli arbitri in Portogallo arrivino, anche se Marzella intanto potrebbe allenarsi fischietto alla mano. Nell'hockey non si sa mai.