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Alberto Losi racconta la sua esperienza in nazionale


Intervista aI giovane portiere lodigiano protagonista con la Nazionale juniores all’ultimo sfortunato europeo. "Il confronto con ragazzi di altre nazioni - racconta Alberto - è il miglior modo per crescere sotto il profilo tecnico. Sul piano umano l’esperienza è stata davvero molto positiva".

Scritto da Amatori Lodi - Pubblicato il 29/09/2005
Il peggior risultato degli ultimi venticinque anni a livello juniores e un rammarico immenso attanagliano il giovane portiere lodigiano Alberto Losi. Già, un quinto posto che ha sorpreso davvero tutto il mondo dell’hockey italiano e copre di un alone oscuro il futuro delle selezioni Azzurri e dell’intero sport con le rotelle, che certo non si aspettava una simile debacle, ma nonostante ciò per il giovane lodigiano è stat una bella esperienza di vita e sull’orma di altri portieri lodigiani che vinsero l’Europeo juniores (a memoria cito Roberto Saccò nel 1984 e Federico Ciccone nei primi anni ’90) o conquistarono medaglie importanti come il nostro Luca Passolunghi non più di quattro stagioni fa, Alberto Losi è sbarcato a Santander con propositi di fare bene, anche se di fronte si è trovato un Barozzi davvero bravo, forse l’unico, a detta della stampa, a tenere a galla gli Azzurri. Ma questa esperienza si può definire positiva?
“Personalmente la definisco buona, ovvio, giocando di più sarebbe stata davvero ottima, ma sotto il profilo dell’esperienza direi che mi ha fatto molto bene, come fa bene a tutto il movimento questo confronto con ragazzi di altre nazioni, così si possono confrontare tecniche, tattiche e modo di giocare di giovani di altri paesi, soprattutto con i più evoluti come Spagna e Portogallo”.

Ma avete imparato solo da spagnoli e portoghesi? Perché dalla carta sembra che Svizzera e Francia vi abbiano dato un bel filo da torcere…
“Tecnicamente Francia e Svizzera sono inferiori a noi, però loro forse erano più convinti, avevano più voglia di vincere di noi, che abbiamo commesso l’errore più grande che si poteva commettere, ovvero prendere sotto gamba i nostri avversari. Purtroppo se le avessimo affrontate con la convinzione che ci abbiamo messo ad affrontare Spagna e Portogallo il risultato sarebbe stato diverso.
E la preparazione non potrebbe aver influito sui risultati negativi?

“Cupisti certamente non ha colpe, lui ci ha preso in mano praticamente solo 10 giorni prima degli europei e abbiamo davvero avuto poco tempo per lavorare insieme. Certo per preparare un europeo probabilmente ci sarebbe voluto più tempo a disposizione”

Il gruppo invece come l’hai trovato?
“Siamo stati uniti dall’inizio alla fine, sia dentro che fuori la pista, non abbiamo mai avuto nessun problema di sorta, anzi, dopo il pari con la Svizzera ci sentivamo tutti male, ci sentivamo comunque in colpa per aver ottenuto un risultato negativo. No, sul pano umano direi che l’esperienza dell’europeo è stata davvero molto positiva”.

Tolta (per il momento!) la maglia azzurra ci si rimette quella giallorossa per iniziare una stagione che deve confermare la crescita di questa squadra.
“Dobbiamo certamente fare bene, la gente si aspetta tanto da noi in termine di risultati e sono convinta che questa è una buona squadra, è praticamente rimasto il gruppo della passata stagione, che è solido, unito e soprattutto collaudato, che farà tesoro degli errori dell’anno scorso per cercare di lottare per qualcosa in più della salvezza e che ha elementi che sono cresciuti nettamente e hanno acquisito anche maggior esperienza; il punto saldo sarà certamente il fatto di conoscerci bene e di essere una squadra che non ha rivoluzionato niente, continuando il lavoro che lo stesso Citterio la passata stagione aveva iniziato. Ovviamente la salvezza il nostro obiettivo primario, però sarebbe bello andare anche più in alto in classifica…

Idee dunque chiarissime per il nostro Albertino, che in questa stagione dovrà lottare con il suo amico Luca Passolunghi per un posto tra i pali della gabbia giallorossa, cosa che riempie di orgoglio l’intera società, perché un conto è avere un buon portiere a livello nazionale, un altro è avere ben due ottimi portieri prodotti “in casa”.
Dulcis in fundo un ringraziamento particolare…
“Devo ringraziare tanto l’allenatore Citterio, se non mi avesse dato fiducia la passata stagione e non i avesse messo in pista non sarebbe mai arrivata la convocazione in Nazionale, per la quale sono stato davvero felice”.

Paolo Virdi
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