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Al torneo Perdoncin il Breganze fatica col Sandrigo e crolla col Bassano


I rossoneri non ripetono le belle prestazioni precedenti e subiscono un pesante KO nella finale del torneo. Fabio Mabilia lancia Bruno Sgaria tra i pali del Breganze: ha i numeri per fare bene, l'esperienza arriverà col tempo.

Scritto da Fausto Pozzan - Pubblicato il 22/09/2016 - 00:15 - Ultima modifica 29/09/2016 - 20:32

Fabio Mabilia, portiere del Breganze.

Al Torneo Perdoncin di Sandrigo il Breganze non ha confermato quanto di buono aveva mostrato nelle uscite precedenti. Nella prima uscita è infatti arrivata una vittoria di misura sul Sandrigo, per 4-3, dopo che per ben due volte i padroni di casa erano passati in vantaggio. I rossoneri sono venuti a capo del match solo nella ripresa, dopo che la prima frazione si era chiusa sul 2-2 e comunque in modo non del tutto convincente. Reti rossonere di Giovanni Zen, Stefano Dal Santo, Oriol Vives e Mattia Cocco, in gol per il Sandrigo Poletto, Gasparotto e Brendolin. Peggio è andata in finale col Bassano: un netto 0-6, con i giallorossi che sono andati al riposo addirittura in vantaggio per 4-0. Gol bassanesi di Panizza, doppietta di Tataranni, Julia e Amato, con la squadra di Marzella che ha giocato bene e vinto meritatamente contro un Breganze praticamente mai in partita. Terzo posto per il Valdagno che ha battuto 6-3 il Sandrigo.
E’ stata una bella due giorni di hockey pista, ben organizzata dalla società sandricense, che si appresta dopo qualche anno a disputare nuovamente la massima serie. Peccato per la squadra di Belligio, che solo una settimana prima aveva destato un’ottima impressione davanti al suo pubblico, battendo Trissino e Valdagno, ma non è il caso di fare drammi: mancano ancora due settimane all’inizio del campionato (si debutterà sabato primo ottobre proprio contro il Sandrigo in casa) e una battuta d’arresto nella fase di precampionato, dove per forza di cose non si può pretendere che una squadra sia al top della forma, ci può stare.
A Sandrigo è andata male, ma il Breganze ha sin qui evidenziato un bel gruppo, che lavora volentieri e che ha saputo, spesso, produrre momenti di gioco più che soddisfacenti. Una squadra che cerca il gioco di insieme, ma che sa anche esaltare le qualità dei singoli, con un’idea di difesa che, se mantenuta a livelli elevati, può essere la chiave di volta per imporsi nei match. Tutto questo a Sandrigo si è visto troppo poco ma, il tempo per “riprendere il filo” c’è.

Con Fabio Mabilia (“Mabo”), classe 1974, sposato con Francesca, due figli (Ettore di quattro anni e Maria di due) di ritorno in prima squadra dopo alcuni anni passati nelle categorie inferiori dove è sempre il punto di forza delle squadre in cui ha giocato, abbiamo scambiato qualche impressione. E abbiamo ricordato, innanzitutto, la figura di Massimo (Macio) Perdoncin, mancato nel 2010 a soli 44 anni, al quale è stata intitolata la manifestazione disputata lo scorso week end, giunta alla seconda edizione, che il Breganze aveva vinto lo scorso anno. Si è parlato anche delle peculiarità del ruolo di portiere e del compito che lo attende in questa stagione. E ne sono uscite considerazioni interessanti che confermano le qualità, anche morali, di “Mabo”, chiamato ad aiutare Bruno Sgaria, ma sempre pronto a dare il suo contributo perché è uno che sa il fatto suo.

Fabio, Hai giocato con Massimo Perdoncin. Che ricordo hai di lui?
“Mi ricordo bene di quegli anni con Massimo, legammo fin da subito. Io ero giovanissimo e Massimo mi prese sotto le sue ali protettrici consigliandomi e aiutandomi tantissimo nel mio percorso. Un ragazzo d'oro, di cuore, generoso. Ci siamo veramente divertiti tanto, lo porto sempre con me”.

Quando hai disputato l'ultima stagione in A1? Hai trovato differenze nella preparazione e nell'interpretazione del ruolo di portiere da allora?
“Nel 2006/07 a Breganze, cioè 10 anni fa, disputai il mio ultimo campionato in A1, prima di quest’anno. Beh, decisamente le cose sono cambiate. La preparazione è divenuta molto dinamica, con l'inserimento dell'allenamento in pista fin dall'inizio. In passato la pallina era tabù,  si lavorava esclusivamente a secco per almeno una decina di giorni e poi vi era un altro periodo in cui si lavorava in pista con i pattini. ma esclusivamente in esercizi specifici e personalizzati. Trovo invece invariato il modo di interpretare il ruolo di portiere; molto come in passato passa per la gestione psicologica della prestazione, è un mondo un po' particolare che solo chi ha fatto il portiere puo' veramente capire. Di sicuro rispetto ad allora c'è più pressione, ma non dipende dal ruolo in sè, piuttosto dalle aspettative e dagli obiettivi per cui la squadra è stata allestita”.

Che effetto ti fa sapere che debutterai quest'anno in Eurolega con la maglia del Breganze?
“Un sogno che si avvera. Già in passato ho disputato la competizione, ma con un altro club; con i colori del mio cuore non c'è confronto. Io amo Breganze e per questo sport e per questa maglia ho investito e sacrificato molto nel mio passato; un'emozione unica, di sicuro tanto ha influenzato la mia adesione al progetto”.

Bruno Sgaria sarà, nelle intenzioni, il titolare quest'anno. E sembra pronto a dispetto dell'età. Il tuo parere?
“Bruno è la prima scelta per il ruolo. La giovane età conta solo per l'esperienza che si può accumulare solamente con il tempo, ma non con le potenzialità, già ben chiare ed espresse. Da considerare comunque che già da un po' di anni Bruno milita in squadre allestite per vincere, con giocatori di primo livello da cui sicuramente ha saputo imparare i trucchi del mestiere. Posso affermare che Bruno è pronto per affrontare nel migliore dei modi la stagione, e sono pronto anche io a sostenerlo nei momenti di bisogno, come tutti i componenti della squadra e dello staff”.

Tutti hanno apprezzato la tua disponibilità ad assistere e ad aiutare Bruno. E questo ti fa onore. In cosa  deve lavorare di più secondo te?
“Mi permetto di dare un solo consiglio a Bruno: non si è mai finito di imparare e di perfezionare la gestione della prestazione. Questo non perchè noti segnali in tal senso, ma perchè il "ragazzo" mantenga l'umiltà e la genuinità attuale che lo porteranno sicuramente in alto in questo sport”.

 

Parole chiave: Serie A1, Breganze, Bassano, Sandrigo,
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