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Addio a Celina Mancha, la moglie di Nicolia ha perso la sua partita


Celina è morta nella notte tra lunedì e martedì all'ospedale di San Juan, sopraffatta da quel male che a Padova sembrava essere stato sconfitto e che invece si è ripresentato imbattibile. Centinaia i messaggi di cordoglio al fuoriclasse argentino da tutta l'Italia hockeystica.

Scritto da Giannino Danieli - Pubblicato il 13/08/2014 - 15:26 - Ultima modifica 25/08/2014 - 19:55

Celina Mancha, moglie di Carlos Nicolia, in una recente foto tratta dal suo profilo Facebook.

Si è spento definitivamente la smagliante sorriso di Celina. La consorte di Carlos Nicolia ha cessato di vivere nella notte tra lunedì e martedì mentre era ricoverata all’ospedale di San Juan (Argentina). La notizia è rimbalzata come un fulmine in tutto il mondo hockeystico lasciando una traccia profonda di smarrimento e costernazione.
Sulle pagine di Facebook sta arrivando una lunga teoria di testimonianze di affetto e nel sito del Benfica, nuova società del Cabezòn per il campionato 2014/2015, la notizia trova ampio rilievo. Di Celina Mancha, 33 anni, si racconta che sia stata vittima di una “malattia prolungata”. Eppure quando, alla fine della corrente stagione dopo la festa di addio a Carlos al PalaLido, era ripartita per il Paese natìo sembrava l’immagine di un recupero fisico che aveva quasi del miracoloso. Le scarse notizie delle ultime ore parlano di un violento scoppio di febbre altissima come causa fatale.
Celina era arrivata a Valdagno nove anni fa quando Carlos aveva vestito per la prima volta la maglia della società biancoceleste. Immediato, complice quel suo sorriso contagioso e quel suo carattere estroverso che ben si accompagnava ad un atteggiamento signorile, il feeling con i valdagnesi. Carlos e Celina erano il simbolo della coppia ideale. Il 2011 in particolare fu un anno controverso quanto speciale. Per il Cabezon doveva essere l’ultimo in biancoceleste, targato Isello, ma una vera e propria insurrezione popolare lo trattenne a Valdagno. Nel frattempo, a giugno, Celina si trovava a San Juan e rese il suo Carlos padre per la prima volta di un maschietto di nome Cristiano.
La famiglia si ricompose in Vallata per la stagione successiva. Ci ricordiamo Celina sempre accanto al suo Carlos, disponibile anche a dare una mano in mille cose all’interno del PalaLido. Quel ritorno cementò ulteriormente un legame già fortissimo con la città. L’avevano accolta degli striscioni con la frase “il sorriso di Celina, da solo, illumina il PalaLido”. Spuntarono però più in là i primi segni di un male terribile, ma Carlos reagì con grande maturità dando tutto se stesso in pista e come padre e marito. Nicolia ha sempre affermato che Valdagno sarebbe sempre stata la ‘sua’ città come nel cuore la presenza dei colori biancocelesti, ma aveva pure aggiunto “Celina mi è sempre stata vicina, ha sempre compreso le mie difficoltà, è stata lei a darmi la forza di continuare”.
Celina venne sottoposta a cure in una clinica specialistica di Padova, i progressi erano lenti e costanti. Ci fu un ritorno al PalaLido, sorretta dalle stampelle, per vedere il suo Carlos e il pubblico le rispose con una ovazione. Stessa manifestazione di grande affetto nel corso della festa del secondo scudetto.
Celina ha fatto davvero il suo ultimo viaggio, ma quel sorriso e quel volto di donna bella e coraggiosa non potranno mai essere dimenticati.

Anche la Redazione di hockeypista.it si stringe a Carlos e Cristiano in questo momento di immenso dolore.

Parole chiave: Serie A1, Valdagno, Nicolia,
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